“M- ma almeno ti rendi conto di cosa stai dicendo?!” il ragazzo alzò la voce, era sorpreso, turbato, scandalizzato.
“Si, mi rendo conto, mica sono scema. Ti sto chiedendo di sedurre mio marito” rispose una ragazza bionda accavallando le gambe.
Narciso chiuse gli occhi cercando di non strillare dai nervi. L’unica spiegazione plausibile era che la sua amica o fosse matta o lo stesse prendendo in giro.
“Bene, ora smettila di scherzare, dimmi perché mi hai chiamato qui, ho da lavorare io, al contrario di te che giri tutto il giorno” le disse cercando di sembrare irritato, ma la sua voce tremava. Solo il pensiero del marito di Angelina lo metteva in subbuglio, però cercò subito di scacciare dalla mente quelle immagini e sensazioni riprovevoli: era l’uomo della sua migliore amica!
“Se tu lo chiami lavorare…” commentò lei.
“Si, è la- vo- ra- re!” ribatté il ragazzo con forza. Anche fare il pittore era un lavoro! E che cavolo! Lei non aveva mai guardato di buon occhio l’arte, neanche quando lui aveva vinto un importantissimo premio artistico. Sbuffò cercando di calmarsi.
“Va bene, Angelina, torniamo a noi. Cosa ti salta in mente per farmi una… proposta del genere? Hai di nuovo litigato con lui?” chiese bevendo un sorso di caffè.
“No, assolutamente” rispose lei con aria innocente che lo fece insospettire.
“Ti conosco troppo bene, cosa stai tramando?”.
“Uffa! Non ti posso nascondere nulla… io mi sono stancata di lui, ho trovato un altro uomo con cui voglio stare; si, ok, ok, lui è davvero un bell’uomo, ricco, intelligente e bla bla bla, ma io non lo amo, sai bene che il nostro è stato un matrimonio di interesse, però io non ce la faccio più cosi, non voglio più ingannarlo perché lui è veramente un uomo meraviglioso- anche il sesso con lui è meraviglioso- e merita di più” sputò tutto e poi sfoggiò il suo miglior sorriso da vampira.
Narciso rimase a bocca aperta. Solo dopo alcuni attimi, quando ebbe compreso il significato di quelle parole, arrossì e si mise sulla difensiva.
“Però perché chiedi a me di fare questo?! Lui è un uomo!” la accusò.
“Beh, anche tu lo sei, qual è il problema?”.
“Proprio perché siamo due uomini!”.
“Tu sei gay” fece lei fingendo di non capire.
“Ma lui non lo è! Dio, non posso fare una cosa del genere, sai come mi prende a calci in culo?! E poi è anche mio amico, equivarrebbe a tradire la sua fiducia” cercò di farla ragionare, ma lei sbuffò nuovamente spostandosi con la mano una ciocca invisibile di capelli dal bel viso abbronzato.
“Quanto la fai lunga! Tu seducilo, io scatto una piccola foto per averla nel caso in cui lui neghi di aver fatto sesso con te per non accordarmi il divorzio e la cosa è fatta! Contento tu, che ti porti a letto uno come lui, e contenta io che finalmente sarò libera!” Angelina balzò su e si avvicinò pericolosamente verso di lui allungandosi sul tavolo.
“Angelina…” sibilò il ragazzo.
“Ti prego, ti prego, ti prego” lo implorò esibendo i suoi bellissimi occhioni verdi.
“Ecco! Il solito idiota che fa sempre tutto ciò che vuole quella strega! E ora che faccio? Di sicuro, se solo proverò a baciarlo, sai come mi ammazza di botte! E sia, cosi almeno farò una bella vacanza in ospedale e non mi torturerà più con le sue richieste assurde!” mormorò piano premendo su un pulsante dorato. Si udì un suono all’interno dell’enorme villa, dei passi- il suo cuore era ormai a mille- e, infine, la porta si aprì, e, là, sulla soglia, un dio: Raphael, scalzo, solo con un paio di jeans, a petto nudo ed i capelli bagnati, lo guardava sorpreso.
Il più sorpreso, però, era Narciso che non si era di certo aspettato di trovarlo in quel modo. Lo aveva sempre visto con lo smoking, e raramente, a casa, con dei pantaloni sempre eleganti e polo bianche, ma non si era neanche mai sognato di vederlo cosi!
Dovette arrossire, poiché l’altro alzò un sopracciglio e sorrise facendogli cenno di entrare.
Una volta all’interno si salutarono e Raphael, da perfetto padrone di casa, lo condusse nel vasto salone dove gli disse di mettersi a proprio agio.
“Mi dispiace, ma Angelina non c’è”, lo informò subito porgendogli un bicchiere di succo naturale, infatti sapeva che non beveva alcolici, poi si versò del whisky.
“Ah… ma mi aveva assicurato che l’avrei trovata a quest’ora…” bofonchiò cercando di trattenere il tremito della propria voce.
Che diavolo gli prendeva! Quello era il marito della sua migliore amica! Il marito! MARITO!
Il quale marito, però, lui doveva sedurre. Si passò una mano sugli occhi. Come faceva a fare una cosa del genere, se neanche poteva guardarlo? Cielo, non si era mai accorto di quanto fosse attratto da quell’uomo fino ad allora.
L’uomo si sedette sul divano accanto a lui, che si spostò di un centimetro; Raphael se n’accorse e sorrise sotto i baffi mentre portava alla bocca il bicchiere.
La tentazione di fissarlo, di guardargli le labbra era forte, tuttavia tentò di trattenersi.
“Va tutto bene? Sei pallido” gli disse dopo un po’.
“Certo, scusami…” rispose alzandosi e prendendo la giacca “Allora io vado, tanto non penso che Angelina tornerà presto, è tipico di lei stare fuori per ore” cercò di ridere, ma gli uscì solo un gracidio. Quanto era stupido!
Ecco che se ne andava, non aveva nemmeno provato di fare quello che l’amica gli aveva chiesto, ma come poteva farlo?! Quell’uomo lo paralizzava, aveva paura della sua reazione, non voleva fargli tradire la moglie, non voleva ingannarlo. Non se lo meritava.
Si passò una mano fra i capelli, stava raggiungendo la porta per uscire, quando sentì una forte stretta al polso che lo fece girare su se stesso e trovarsi fra un muro e il corpo forte di Raphael.
Si fissarono a lungo e nel momento in cui l’uomo gli si avvicinò, pensò che volesse baciarlo, ma poi sentì il suo caldo alitò nell’orecchio.
“Resta a farmi un po’ di compagnia” lo pregò, dopo lo guardò negli occhi.
I suoi occhi di ghiaccio non erano freddi, ma, anzi, sembravano fiammeggiare. Il ragazzo si morse il labbro inferiore annuendo piano.
“Bene, allora vado su a prendermi una maglietta, ti va di fare una partita di tennis?” gli chiese salendo sulle scale.
“Si” rispose semplicemente. Tornò nel salone e si mise una mano sul petto, il cuore doveva smettere di rumoreggiare cosi tanto!
Dopo qualche minuto si ritrovò nel giardino immenso dove c’era anche un campo da tennis.
Raphael aveva indossato una canottiera nera che metteva in risalto i muscoli del corpo, i jeans erano tagliati sulle ginocchia e sotto una natica che lasciava intravedere i boxer neri, i capelli chiari erano scompigliati e ancora umidi.
Calma Narciso, devi solo riprendere il controllo. Si ripeteva.
Allora decise di non guardarlo più, doveva semplicemente evitare di fissarlo e tale tattica funzionò, poiché, nel mezzo della partita, ormai non sentiva più alcuna tensione e si stava pure divertendo anche se stava schifosamente perdendo.
E infatti fu Raphael a vincere che rise di gusto vedendo il suo viso imbronciato, allora andò da lui e lo prese per le spalle buttandolo per terra, all’ombra di un ciliegio, dove si riposarono un po’.
All’improvviso l’uomo si mise su un fianco e lo esaminò. Si sorrisero dolcemente.
“Dimmi, Narciso, come va? E’ da molto che non ci vediamo” gli chiese con voce roca che lo fece rabbrividire.
“Bene, le solite cose” rispose inumidendosi le labbra.
“Uhm… ho sentito che hai aperto una galleria, un giorno o l’altro verrò a visitarla, sai mi piacciono molto i tuoi lavori, sono molto… suggestivi” finì di dire sorridendo malizioso. Narciso sapeva bene a cosa si riferiva; l’uomo alludeva ad un quadro di chiaro stampo omosessuale, quadro che, nonostante suscitò molte polemiche e fu il più criticato, vinse il premio nazionale.
“Grazie…allora ti aspetterò!” cercò di alleviare la tensione che si impossessava nuovamente di lui.
“Contaci, quindi al lavoro va bene, e in amore? Stai ancora insieme a quel tipo… Matt, mi sembra?” volle sapere. Narciso lo guardò cercando di capire se lo stesse prendendo in giro, ma sul suo volto lesse solo sincero interesse misto a qualcos’altro che non riuscì a decifrare. Scosse la testa.
“No, è già un mese che non stiamo più insieme” rispose sospirando piano.
“Perché? Mi pare che andavate d’accordo” insistette lui.
“Perché lui voleva solo una storia di sesso” alzò le spalle girando il capo dalla parte opposta a Raphael, che però gliela fece rigirare verso di lui per guardarlo negli occhi. Sorrise lentamente passandogli una mano fra i capelli castani.
“Invece a te non interessano questo tipo di storie, vero?” sussurrò l’uomo specchiandosi negli occhi grigi di Narciso che inghiottì un po’ di saliva, succube di quella lenta carezza.
“No… non fanno per me” mormorò ormai senza fiato. Raphael sorrise avvicinandosi a lui.
Quello che seguì fu un bacio lungo e dolce, quasi casto.
Quando, però, Raphael lo abbracciò possessivamente, il ragazzo cadde prigioniero della passione, una passione ardente che in pochi istanti divorò i due. Ormai i baci si susseguivano sempre più profondi, più impazienti, più ardenti. L’uomo portò una mano sul fondoschiena di Narciso che cercò di soffocare un gemito, ma questo bastò ai due per oltrepassare il limite della sopportazione. Raphael si alzò prendendo per mano Narciso. Lo condusse nella sua stanza, dove lo buttò con ben poca delicatezza sul letto e gli si stese sopra continuando a baciarlo. In pochi secondi c’era solo un intreccio di mani, di gambe, di respiri, di battiti cardiaci.
Narciso vedeva, udiva, sentiva solo il suo amante: Raphael che gli toglieva la maglietta e la buttava per terra, Raphael che lo baciava sul collo, che gli mordicchiava i lobi delle orecchie, che gli tormentava i capezzoli turgidi; Raphael che gli sbottonava i pantaloni, che lo denudava, Raphael che gli toccava piano il membro e poi cominciava a masturbarlo, che gli gemeva nell’orecchio eccitandolo oltre ogni immaginazione.
Narciso non ce la faceva più; lo aiutò a spogliarsi e gli si avvinghiò baciandogli il collo, ma era troppo impaziente per dedicarsi a certi giochetti e gli premette le mani sulle natiche spingendolo verso il proprio bacino. Nell’attimo in cui i loro membri s’incontrarono, gli sfuggì un brivido subito soffocato dalla bocca di Raphael che, dopo il bacio, gli intromise due dita nella cavità orale. Ormai sapeva bene cosa stava per succedere e non vedeva l’ora. Raphael, infatti, lo preparò e subito dopo, piano, cominciò ad invadergli il corpo.
Narciso gli strinse la schiena e, con un movimento del bacino, si fece penetrare per intero. Una lacrima scivolò sulla sua guancia. Raphael parve riprendersi.
“Narciso…” sussurrò con voce emozionata. Il ragazzo lo guardò.
Si fissarono.
Dio! Ora se ci ripensava… se non voleva più fare l’amore con lui? Senza rendersi conto, le sue mani cominciarono a tremare e lo incatenò con le gambe al proprio corpo.
Questo disperato tentativo di tenerlo legato a sé non sfuggì a Raphael, che alzò un sopracciglio, ma subito dopo sorrise e gli premette le labbra sulle sue.
“Come va?” gli domandò ansioso, Narciso gli sorrise guardandolo con occhi adoranti mentre cominciava a muoversi.
Non gli importava più se quella era solo un’avventura, un orrido inganno, se l’uomo con cui stava facendo l’amore fosse il marito di Angelina, se Raphael lo avrebbe odiato.
Si strinse con maggior forza al corpo dell’altro; un piacere di un’intensità che lo sconcertava lo stava invadendo.
Fuori, si alzò un vento impetuoso. Gli alberi si piegavano alla sua forza. Una bufera improvvisa.
Narciso carezzava piano il braccio di Raphael che gli cingeva la vita.
Dopo aver fatto l’amore l’uomo lo aveva preso in braccio.
“Raphael…?” domandò con voce incerta.
“Mmh?”.
“Dormi?”.
“No”.
“Questo…” cominciò a dire, ma s’interruppe sentendo un groppo alla gola.
“Che abbiamo fatto l’amore? Ti dispiace?” mormorò l’altro baciandogli il collo.
“No”.
“E allora?” chiese stirandosi come un gatto, poi tornò a stringerlo a sé, più forte.
“Non doveva succedere perché io… Angelina… mi aveva chiesto… cioè no…” balbettò quasi in preda a una crisi isterica.
Calò il silenzio.
Dopo alcuni momenti Raphael gli diede un bacio sulle labbra e tornò con la testa sul cuscino.
“Lo so. Ne discuteremo domani”.
“Si, mi rendo conto, mica sono scema. Ti sto chiedendo di sedurre mio marito” rispose una ragazza bionda accavallando le gambe.
Narciso chiuse gli occhi cercando di non strillare dai nervi. L’unica spiegazione plausibile era che la sua amica o fosse matta o lo stesse prendendo in giro.
“Bene, ora smettila di scherzare, dimmi perché mi hai chiamato qui, ho da lavorare io, al contrario di te che giri tutto il giorno” le disse cercando di sembrare irritato, ma la sua voce tremava. Solo il pensiero del marito di Angelina lo metteva in subbuglio, però cercò subito di scacciare dalla mente quelle immagini e sensazioni riprovevoli: era l’uomo della sua migliore amica!
“Se tu lo chiami lavorare…” commentò lei.
“Si, è la- vo- ra- re!” ribatté il ragazzo con forza. Anche fare il pittore era un lavoro! E che cavolo! Lei non aveva mai guardato di buon occhio l’arte, neanche quando lui aveva vinto un importantissimo premio artistico. Sbuffò cercando di calmarsi.
“Va bene, Angelina, torniamo a noi. Cosa ti salta in mente per farmi una… proposta del genere? Hai di nuovo litigato con lui?” chiese bevendo un sorso di caffè.
“No, assolutamente” rispose lei con aria innocente che lo fece insospettire.
“Ti conosco troppo bene, cosa stai tramando?”.
“Uffa! Non ti posso nascondere nulla… io mi sono stancata di lui, ho trovato un altro uomo con cui voglio stare; si, ok, ok, lui è davvero un bell’uomo, ricco, intelligente e bla bla bla, ma io non lo amo, sai bene che il nostro è stato un matrimonio di interesse, però io non ce la faccio più cosi, non voglio più ingannarlo perché lui è veramente un uomo meraviglioso- anche il sesso con lui è meraviglioso- e merita di più” sputò tutto e poi sfoggiò il suo miglior sorriso da vampira.
Narciso rimase a bocca aperta. Solo dopo alcuni attimi, quando ebbe compreso il significato di quelle parole, arrossì e si mise sulla difensiva.
“Però perché chiedi a me di fare questo?! Lui è un uomo!” la accusò.
“Beh, anche tu lo sei, qual è il problema?”.
“Proprio perché siamo due uomini!”.
“Tu sei gay” fece lei fingendo di non capire.
“Ma lui non lo è! Dio, non posso fare una cosa del genere, sai come mi prende a calci in culo?! E poi è anche mio amico, equivarrebbe a tradire la sua fiducia” cercò di farla ragionare, ma lei sbuffò nuovamente spostandosi con la mano una ciocca invisibile di capelli dal bel viso abbronzato.
“Quanto la fai lunga! Tu seducilo, io scatto una piccola foto per averla nel caso in cui lui neghi di aver fatto sesso con te per non accordarmi il divorzio e la cosa è fatta! Contento tu, che ti porti a letto uno come lui, e contenta io che finalmente sarò libera!” Angelina balzò su e si avvicinò pericolosamente verso di lui allungandosi sul tavolo.
“Angelina…” sibilò il ragazzo.
“Ti prego, ti prego, ti prego” lo implorò esibendo i suoi bellissimi occhioni verdi.
“Ecco! Il solito idiota che fa sempre tutto ciò che vuole quella strega! E ora che faccio? Di sicuro, se solo proverò a baciarlo, sai come mi ammazza di botte! E sia, cosi almeno farò una bella vacanza in ospedale e non mi torturerà più con le sue richieste assurde!” mormorò piano premendo su un pulsante dorato. Si udì un suono all’interno dell’enorme villa, dei passi- il suo cuore era ormai a mille- e, infine, la porta si aprì, e, là, sulla soglia, un dio: Raphael, scalzo, solo con un paio di jeans, a petto nudo ed i capelli bagnati, lo guardava sorpreso.
Il più sorpreso, però, era Narciso che non si era di certo aspettato di trovarlo in quel modo. Lo aveva sempre visto con lo smoking, e raramente, a casa, con dei pantaloni sempre eleganti e polo bianche, ma non si era neanche mai sognato di vederlo cosi!
Dovette arrossire, poiché l’altro alzò un sopracciglio e sorrise facendogli cenno di entrare.
Una volta all’interno si salutarono e Raphael, da perfetto padrone di casa, lo condusse nel vasto salone dove gli disse di mettersi a proprio agio.
“Mi dispiace, ma Angelina non c’è”, lo informò subito porgendogli un bicchiere di succo naturale, infatti sapeva che non beveva alcolici, poi si versò del whisky.
“Ah… ma mi aveva assicurato che l’avrei trovata a quest’ora…” bofonchiò cercando di trattenere il tremito della propria voce.
Che diavolo gli prendeva! Quello era il marito della sua migliore amica! Il marito! MARITO!
Il quale marito, però, lui doveva sedurre. Si passò una mano sugli occhi. Come faceva a fare una cosa del genere, se neanche poteva guardarlo? Cielo, non si era mai accorto di quanto fosse attratto da quell’uomo fino ad allora.
L’uomo si sedette sul divano accanto a lui, che si spostò di un centimetro; Raphael se n’accorse e sorrise sotto i baffi mentre portava alla bocca il bicchiere.
La tentazione di fissarlo, di guardargli le labbra era forte, tuttavia tentò di trattenersi.
“Va tutto bene? Sei pallido” gli disse dopo un po’.
“Certo, scusami…” rispose alzandosi e prendendo la giacca “Allora io vado, tanto non penso che Angelina tornerà presto, è tipico di lei stare fuori per ore” cercò di ridere, ma gli uscì solo un gracidio. Quanto era stupido!
Ecco che se ne andava, non aveva nemmeno provato di fare quello che l’amica gli aveva chiesto, ma come poteva farlo?! Quell’uomo lo paralizzava, aveva paura della sua reazione, non voleva fargli tradire la moglie, non voleva ingannarlo. Non se lo meritava.
Si passò una mano fra i capelli, stava raggiungendo la porta per uscire, quando sentì una forte stretta al polso che lo fece girare su se stesso e trovarsi fra un muro e il corpo forte di Raphael.
Si fissarono a lungo e nel momento in cui l’uomo gli si avvicinò, pensò che volesse baciarlo, ma poi sentì il suo caldo alitò nell’orecchio.
“Resta a farmi un po’ di compagnia” lo pregò, dopo lo guardò negli occhi.
I suoi occhi di ghiaccio non erano freddi, ma, anzi, sembravano fiammeggiare. Il ragazzo si morse il labbro inferiore annuendo piano.
“Bene, allora vado su a prendermi una maglietta, ti va di fare una partita di tennis?” gli chiese salendo sulle scale.
“Si” rispose semplicemente. Tornò nel salone e si mise una mano sul petto, il cuore doveva smettere di rumoreggiare cosi tanto!
Dopo qualche minuto si ritrovò nel giardino immenso dove c’era anche un campo da tennis.
Raphael aveva indossato una canottiera nera che metteva in risalto i muscoli del corpo, i jeans erano tagliati sulle ginocchia e sotto una natica che lasciava intravedere i boxer neri, i capelli chiari erano scompigliati e ancora umidi.
Calma Narciso, devi solo riprendere il controllo. Si ripeteva.
Allora decise di non guardarlo più, doveva semplicemente evitare di fissarlo e tale tattica funzionò, poiché, nel mezzo della partita, ormai non sentiva più alcuna tensione e si stava pure divertendo anche se stava schifosamente perdendo.
E infatti fu Raphael a vincere che rise di gusto vedendo il suo viso imbronciato, allora andò da lui e lo prese per le spalle buttandolo per terra, all’ombra di un ciliegio, dove si riposarono un po’.
All’improvviso l’uomo si mise su un fianco e lo esaminò. Si sorrisero dolcemente.
“Dimmi, Narciso, come va? E’ da molto che non ci vediamo” gli chiese con voce roca che lo fece rabbrividire.
“Bene, le solite cose” rispose inumidendosi le labbra.
“Uhm… ho sentito che hai aperto una galleria, un giorno o l’altro verrò a visitarla, sai mi piacciono molto i tuoi lavori, sono molto… suggestivi” finì di dire sorridendo malizioso. Narciso sapeva bene a cosa si riferiva; l’uomo alludeva ad un quadro di chiaro stampo omosessuale, quadro che, nonostante suscitò molte polemiche e fu il più criticato, vinse il premio nazionale.
“Grazie…allora ti aspetterò!” cercò di alleviare la tensione che si impossessava nuovamente di lui.
“Contaci, quindi al lavoro va bene, e in amore? Stai ancora insieme a quel tipo… Matt, mi sembra?” volle sapere. Narciso lo guardò cercando di capire se lo stesse prendendo in giro, ma sul suo volto lesse solo sincero interesse misto a qualcos’altro che non riuscì a decifrare. Scosse la testa.
“No, è già un mese che non stiamo più insieme” rispose sospirando piano.
“Perché? Mi pare che andavate d’accordo” insistette lui.
“Perché lui voleva solo una storia di sesso” alzò le spalle girando il capo dalla parte opposta a Raphael, che però gliela fece rigirare verso di lui per guardarlo negli occhi. Sorrise lentamente passandogli una mano fra i capelli castani.
“Invece a te non interessano questo tipo di storie, vero?” sussurrò l’uomo specchiandosi negli occhi grigi di Narciso che inghiottì un po’ di saliva, succube di quella lenta carezza.
“No… non fanno per me” mormorò ormai senza fiato. Raphael sorrise avvicinandosi a lui.
Quello che seguì fu un bacio lungo e dolce, quasi casto.
Quando, però, Raphael lo abbracciò possessivamente, il ragazzo cadde prigioniero della passione, una passione ardente che in pochi istanti divorò i due. Ormai i baci si susseguivano sempre più profondi, più impazienti, più ardenti. L’uomo portò una mano sul fondoschiena di Narciso che cercò di soffocare un gemito, ma questo bastò ai due per oltrepassare il limite della sopportazione. Raphael si alzò prendendo per mano Narciso. Lo condusse nella sua stanza, dove lo buttò con ben poca delicatezza sul letto e gli si stese sopra continuando a baciarlo. In pochi secondi c’era solo un intreccio di mani, di gambe, di respiri, di battiti cardiaci.
Narciso vedeva, udiva, sentiva solo il suo amante: Raphael che gli toglieva la maglietta e la buttava per terra, Raphael che lo baciava sul collo, che gli mordicchiava i lobi delle orecchie, che gli tormentava i capezzoli turgidi; Raphael che gli sbottonava i pantaloni, che lo denudava, Raphael che gli toccava piano il membro e poi cominciava a masturbarlo, che gli gemeva nell’orecchio eccitandolo oltre ogni immaginazione.
Narciso non ce la faceva più; lo aiutò a spogliarsi e gli si avvinghiò baciandogli il collo, ma era troppo impaziente per dedicarsi a certi giochetti e gli premette le mani sulle natiche spingendolo verso il proprio bacino. Nell’attimo in cui i loro membri s’incontrarono, gli sfuggì un brivido subito soffocato dalla bocca di Raphael che, dopo il bacio, gli intromise due dita nella cavità orale. Ormai sapeva bene cosa stava per succedere e non vedeva l’ora. Raphael, infatti, lo preparò e subito dopo, piano, cominciò ad invadergli il corpo.
Narciso gli strinse la schiena e, con un movimento del bacino, si fece penetrare per intero. Una lacrima scivolò sulla sua guancia. Raphael parve riprendersi.
“Narciso…” sussurrò con voce emozionata. Il ragazzo lo guardò.
Si fissarono.
Dio! Ora se ci ripensava… se non voleva più fare l’amore con lui? Senza rendersi conto, le sue mani cominciarono a tremare e lo incatenò con le gambe al proprio corpo.
Questo disperato tentativo di tenerlo legato a sé non sfuggì a Raphael, che alzò un sopracciglio, ma subito dopo sorrise e gli premette le labbra sulle sue.
“Come va?” gli domandò ansioso, Narciso gli sorrise guardandolo con occhi adoranti mentre cominciava a muoversi.
Non gli importava più se quella era solo un’avventura, un orrido inganno, se l’uomo con cui stava facendo l’amore fosse il marito di Angelina, se Raphael lo avrebbe odiato.
Si strinse con maggior forza al corpo dell’altro; un piacere di un’intensità che lo sconcertava lo stava invadendo.
Fuori, si alzò un vento impetuoso. Gli alberi si piegavano alla sua forza. Una bufera improvvisa.
Narciso carezzava piano il braccio di Raphael che gli cingeva la vita.
Dopo aver fatto l’amore l’uomo lo aveva preso in braccio.
“Raphael…?” domandò con voce incerta.
“Mmh?”.
“Dormi?”.
“No”.
“Questo…” cominciò a dire, ma s’interruppe sentendo un groppo alla gola.
“Che abbiamo fatto l’amore? Ti dispiace?” mormorò l’altro baciandogli il collo.
“No”.
“E allora?” chiese stirandosi come un gatto, poi tornò a stringerlo a sé, più forte.
“Non doveva succedere perché io… Angelina… mi aveva chiesto… cioè no…” balbettò quasi in preda a una crisi isterica.
Calò il silenzio.
Dopo alcuni momenti Raphael gli diede un bacio sulle labbra e tornò con la testa sul cuscino.
“Lo so. Ne discuteremo domani”.
Wow, che capitolo avvincente e sopratutto sensuale.L'ho letto tutto d'un fiato, mi è piaciuto molto.
RispondiElimina^//^...grazie.
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