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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

Noi due ( capitolo 18, parte prima)

Gabriel aprí gli occhi sentendo di non poter piú respirare. Gli ci vollero alcuni secondi per rendersi conto di essere nella propria stanza di motel. Sospiró piano e adagió il capo sul cuscino. Stette tranquillo alcuni minuti, poi si volse verso la finestra. Ormai era evidente che era il tempo del crepuscolo. Prese il cellulare. Erano le quattro e mezza. Si alzó. Tanto era sicuro che non sarebbe piú riuscito a riaddormentarsi. Si mise addosso una tuta leggera e uscí. Un´aria fresca lo accolse. Cominció a correre sperando di non ripensare al sogno appena fatto. Impossibile. Hesediel. Hesediel. Hesediel! Aveva sognato che lui era a capo di quella banda di criminali. Dio, stava impazzendo? Ora anche al lavoro non gli dava pace. E come lo aveva immaginato! Totalmente cambiato, ma con gli stessi occhi magnetici. Scosse la testa. Lo spettro di Hesediel fu come dissipato dalla sua mente. Aveva una missione da compiere, cavolo! Doveva essere preparato! Per l´intera mattinata continuó a fare es

Noi due (capitolo 17)

Gabriel si guardo´ intorno con sospetto. L´Audi parcheggiata accanto alla propria auto non l´aveva mai vista e cio´gli provoco´un subitaneo mal di testa. Di norma c´erano solo le solite macchine e vedere qualcosa di insolito gli causava sempre un sentimento di inquietudine. Sospiro´e scese dalla sua nuovissima BMW. Era la sua adorata. Ormai solo una macchina gli riempiva il cuore. Mise la mano sulla vernice nera lucida in un gesto che sembrava una carezza o, piuttosto, un disperato bisogno di dimostrare a se stesso di essere ancora capace di toccare qualcosa senza romperlo, senza fargli del male, senza pentirsene il secondo giorno. Fece una smorfia e si allontano´verso l´edificio quasi invisibile in mezzo a un piccolo bosco e rivestito esternamente solo da specchi cossiche´si mimetizzava perfettamente. Gabriel passo´ accanto a due guardie vestite di verde ed entro´ in quello che da pochi anni era diventato il suo mondo. Camminando verso la sala riunioni molti lo guardarono, alcuni con