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Visualizzazione dei post da agosto, 2010

P.S. Ricordarsi di vivere (capitolo I)

Il suono dei passi risuonava piano nell’aria spezzata dal rumore della pioggia che cadeva velocemente al suolo, il vento con la sua carezza rubava agli alberi le ultime foglie e le depositava a terra. L’atmosfera decadente si abbinava perfettamente alla sua anima, grigia come quel cielo d’inverno. La figura che a quell’ora della notte si aggirava per la città si strinse nel cappotto rabbrividendo. Faceva un freddo cane. Ormai la pioggia si era ridotta a delle rare gocce di perle invisibili che scendevano dal cielo nero, perciò il ragazzo uscì da sotto la tettoia di una casa e si incamminò sul marciapiede, lungo una strada quasi deserta. Scalciò una lattina di coca cola e si aprì leggermente il cappotto, andò con le mani alla propria nuca, tolse un nastro nero liberando cosi la massa di capelli che si posarono dolcemente sulle sue spalle. Dopo alcuni secondi, una macchina accostò un po’ più avanti da dove si trovava, quindi accelerò e andò ad aprire la portiera per entrare. Un secondo.