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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Alexandros (capitolo 14, parte I)

Alexandros si tirò indietro con un rapido movimento. La spada tuttavia gli si conficcò nella spalla facendolo mordere a sangue le labbra per il dolore. Con impeto prese un pugnale e lo piantò nella gola del nemico che alzò gli occhi verso il cielo e cadde a terra. “Maledizione!” imprecò sottovoce grugnendo mentre si toglieva l’arma. La rimpiazzò con la propria che aveva perso. Ma non ebbe il tempo di respirare che un altro gli dava addosso. Ora capiva perché i Greci odiavano cosi tanto i barbari. Erano troppo violenti per i loro gusti! Imprecò nuovamente tagliando il Gallo su un polpaccio e poi sul braccio. Continuò a combattere. Era stanco, ormai non sapeva più da quanto tempo stava lottando, però sentiva che le forze lo stavano abbandonando. Sia quelle fisiche sia quelle psichiche. Liberandosi di un altro sollevò lo sguardo e per un solo secondo incontrò quello del suo comandante. Subito dopo tornò a sterminare i propri nemici. Non riusciva a fare nulla. Né mangiare né dormire. Nell’

Noi due (capitolo 13, parte terza)

Tutto quello che successe in seguito fu un caleidoscopio di eventi. La macchina di Hesediel si fermò accanto a lui. L’uomo capì al volo l’accaduto. Gabriel era sotto stato di shock, tremava ed era fuori di sé. Lo strinse al proprio corpo. Invano cercò di calmarlo. Arrivarono presto l’ambulanze e macchine di polizia. Gabriel pianse quando Hesediel si assunse la colpa dell’accaduto, dichiarò di essere stato lui a spingere il fratello in mezzo alla strada. Poi il giovane svenì. La gente intorno a una bara. Una bara come tutte le altre sotto un cielo plumbeo. Una scena da sogno, anzi da incubo. Tirava vento, ma faceva un caldo infernale. Nessuno piangeva. Perché diavolo nessuno piangeva? Nessuno aveva mai amato veramente Hegyron? Gabriel guardò il buco nero che avrebbe accolto il corpo dell’amico per l’eternità. Era spaventoso. Un brivido di terrore gli attraversò la schiena. Anche lui un giorno… Voltò il capo verso la propria destra. Hesediel era accanto a lui. Nathalie non era neanche ve

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Salve a tutti, purtroppo come avete avuto modo di constatare il blog va molto a rilento e me ne dispiaccio, ma fra la scuola e le altre attività non ho più un attimo di tempo, perciò chiedo scusa e cercherò di riuscire a postare almeno un paio di volte al mese. Inoltre mi dispiace anche di aver trascurato altri blog, come quelli di Ale, Viky o Giusy. Chiedo ancora scusa. A presto, Jivri'l.

Noi due (capitolo 13, parte seconda)

Arael sbadigliò rumorosamente. Stavano nel cortile e parlavano di quello che era successo ultimamente. Ariel sospirò melodrammaticamente. “Eppure ti avevo detto di non dare ‘quello’ ad Arael, forse cosi, se Hegyron non vi avesse visti, tutto questo non sarebbe accaduto” sbottò studiando una rivista di armi da fuoco. “No, forse è meglio cosi Ariel, almeno ho capito che genere di persona è colui che reputavo il mio migliore amico” rispose Gabriel toccandosi un livido sull’avambraccio. “In effetti…” rispose Mikael tirando un orecchio ad Ariel che gli diede una sberla. “In ogni modo quei quattro sono stati veramente malmenati ieri o l’altro ieri, pensa che due sono finiti all’ospedale” proruppe Arael. “Eh?” Gabriel lo guardò sorpreso. “Già, non si sa chi sia stato, però anche Hegyron non si è visto molto in giro e pare che sia più cupo del solito” continuò Mikael serio. “Comunque… Gabriel, potrei parlarti due minuti in privato?” intervenne Arael. Il ragazzo annuì e gli altri due si fecero