Tutto quello che successe in seguito fu un caleidoscopio di eventi.
La macchina di Hesediel si fermò accanto a lui.
L’uomo capì al volo l’accaduto.
Gabriel era sotto stato di shock, tremava ed era fuori di sé.
Lo strinse al proprio corpo.
Invano cercò di calmarlo.
Arrivarono presto l’ambulanze e macchine di polizia.
Gabriel pianse quando Hesediel si assunse la colpa dell’accaduto, dichiarò di essere stato lui a spingere il fratello in mezzo alla strada.
Poi il giovane svenì.
La gente intorno a una bara. Una bara come tutte le altre sotto un cielo plumbeo.
Una scena da sogno, anzi da incubo.
Tirava vento, ma faceva un caldo infernale.
Nessuno piangeva.
Perché diavolo nessuno piangeva?
Nessuno aveva mai amato veramente Hegyron?
Gabriel guardò il buco nero che avrebbe accolto il corpo dell’amico per l’eternità. Era spaventoso.
Un brivido di terrore gli attraversò la schiena. Anche lui un giorno…
Voltò il capo verso la propria destra.
Hesediel era accanto a lui. Nathalie non era neanche venuta al funerale. Non l’aveva più vista dall’incidente.
I giornali scandalistici avevano fatto veramente del loro meglio per mentire ed enfatizzare l’accaduto.
Avrebbe voluto prendergli la mano.
Sentire il calore di quella dell’amato. Sentire di essere ancora vivo.
Sospirò. La colpa era tutta sua.
Hesediel era più tenebroso del solito, tuttavia sapeva benissimo che non gli sarebbe accaduto nulla nel processo per la morte di Hegyron, solo che non sopportava che lui si fosse preso la sua responsabilità.
Tornò con gli occhi vuoti a osservare la bara nera che scendeva nelle profondità infernali della terra.
Una goccia di pioggia gli bagnò il volto. Un’altra e un’altra.
Fra quelle riconobbe le proprie lacrime silenziose che gli solcavano le guance.
Le uniche lacrime in quella giornata fredda.
Addio Hegyron, addio amico.
Mio migliore amico.
Per sempre.
Quella sera Hesediel e Gabriel fecero l’amore.
Non era più sesso.
Forse neanche per Hesediel lo era più o forse per Hesediel non lo era mai stato, ‘solo sesso’ .
La mano di Hesediel toccò un labbro dell’amante che lo mordicchiò. Stavano per raggiungere il piacere, Gabriel abbracciò Hesediel.
“Ti amo” una parola sussurrata nel profondo silenzio di un’immensa stanza che crea un eco.
Hesediel lo fissò sorpreso, non rispose.
Lo portò al piacere e lo baciò. Dormirono insieme abbracciati.
Hesediel si svegliò all’alba. Fece una doccia, si vestì e baciò Gabriel sulle labbra, sulla fronte, sui capelli.
“Addio”.
La macchina di Hesediel si fermò accanto a lui.
L’uomo capì al volo l’accaduto.
Gabriel era sotto stato di shock, tremava ed era fuori di sé.
Lo strinse al proprio corpo.
Invano cercò di calmarlo.
Arrivarono presto l’ambulanze e macchine di polizia.
Gabriel pianse quando Hesediel si assunse la colpa dell’accaduto, dichiarò di essere stato lui a spingere il fratello in mezzo alla strada.
Poi il giovane svenì.
La gente intorno a una bara. Una bara come tutte le altre sotto un cielo plumbeo.
Una scena da sogno, anzi da incubo.
Tirava vento, ma faceva un caldo infernale.
Nessuno piangeva.
Perché diavolo nessuno piangeva?
Nessuno aveva mai amato veramente Hegyron?
Gabriel guardò il buco nero che avrebbe accolto il corpo dell’amico per l’eternità. Era spaventoso.
Un brivido di terrore gli attraversò la schiena. Anche lui un giorno…
Voltò il capo verso la propria destra.
Hesediel era accanto a lui. Nathalie non era neanche venuta al funerale. Non l’aveva più vista dall’incidente.
I giornali scandalistici avevano fatto veramente del loro meglio per mentire ed enfatizzare l’accaduto.
Avrebbe voluto prendergli la mano.
Sentire il calore di quella dell’amato. Sentire di essere ancora vivo.
Sospirò. La colpa era tutta sua.
Hesediel era più tenebroso del solito, tuttavia sapeva benissimo che non gli sarebbe accaduto nulla nel processo per la morte di Hegyron, solo che non sopportava che lui si fosse preso la sua responsabilità.
Tornò con gli occhi vuoti a osservare la bara nera che scendeva nelle profondità infernali della terra.
Una goccia di pioggia gli bagnò il volto. Un’altra e un’altra.
Fra quelle riconobbe le proprie lacrime silenziose che gli solcavano le guance.
Le uniche lacrime in quella giornata fredda.
Addio Hegyron, addio amico.
Mio migliore amico.
Per sempre.
Quella sera Hesediel e Gabriel fecero l’amore.
Non era più sesso.
Forse neanche per Hesediel lo era più o forse per Hesediel non lo era mai stato, ‘solo sesso’ .
La mano di Hesediel toccò un labbro dell’amante che lo mordicchiò. Stavano per raggiungere il piacere, Gabriel abbracciò Hesediel.
“Ti amo” una parola sussurrata nel profondo silenzio di un’immensa stanza che crea un eco.
Hesediel lo fissò sorpreso, non rispose.
Lo portò al piacere e lo baciò. Dormirono insieme abbracciati.
Hesediel si svegliò all’alba. Fece una doccia, si vestì e baciò Gabriel sulle labbra, sulla fronte, sui capelli.
“Addio”.
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RispondiEliminatesoro..ma come? proprio te senza parole??XD dai che piano ritorno alla normalità;) bacioni
RispondiEliminaCome? Addio? No!!!!!!!!!!! Non può lasciarlo, mi viene da piangere al pensiero di loro due divisi. Che triste.
RispondiEliminaOddio tesò mi fai venire i sensi di colpaXDvedrai,vedrai..^^ un abbraccio.
RispondiEliminaOra te li faccio venire io i sensi di colpa XD
RispondiEliminaCome hai potuto???? Proprio ora che il loro amore è venuto fuori e la storia sta (stava) prendendo una piega così dolce mi porti via Heediel??? *me disperata*
Ma suvvia!!!XD che vuoi che sia un piccolo,minuscolo,microscopico colpo di scena?!ehehe..altrimenti sarebbe troppo noioso..bacioni
RispondiEliminaDavvero??? Microscopico???? Ok, se non è permanente ok hehehehhee
RispondiEliminabeh..diciamo che non è proprio permanente..beh vedraiXDun abbraccio
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