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Visualizzazione dei post da settembre, 2009

Noi due (capitolo 13, parte prima)

Il bambino dai capelli scuri gli prese la mano, mentre gli diceva di non lamentarsi poiché non si era fatto male. “Gabriel! Hegyron!” strillò una voce femminile avvicinandosi ai due bimbi. Gabriel alzò lo sguardo verso il suo amico. Hegyron? Quello era Hegyron? La madre di Gabriel si inginocchiò e gli diede un veloce bacio sulla fronte. “Tutto bene tesoro?” domandò studiando il ginocchio sbucciato. Gabriel annuì cercando di trattenere le lacrime. La donna gli sorrise dolcemente e prese lui e Hegyron per mano e si avviarono verso casa. Un tunnel nero. Correva. Guardava velocemente indietro, sentiva di essere inseguito. Aveva il fiato corto. Non ce la faceva più. Udiva altri passi dietro di lui. Una voce maschile lo stava chiamando. Si fermò stanco. Conosceva quella voce. “Tutto bene?” gli chiese un giovane uomo inginocchiandosi accanto a lui. Gabriel lo fissava incredulo. Non poteva sbagliarsi! Aveva i capelli più lunghi, il corpo era più esile e i tratti del viso non erano cosi severi,

Noi due (capitolo 12)

“Signor Belleirs, sarebbe cosi gentile da accordare la sua attenzione alla mia noiosa lezione?” domandò un uomo sulla cinquantina fermandosi vicino a Gabriel che alzò lo sguardo annoiato. “Certo signore, mi scusi” disse semplicemente e tornò a guardare fuori dalla finestra. “Signor Belleirs! E’ la terza volta che la riprendo in poco meno di mezz’ora, se proprio non le interessa potrebbe gentilmente uscire fuori?” riprese il professore dopo alcuni minuti. Il ragazzo si alzò, prese i libri e uscì. Non si sognava nemmeno di rimanere nel corridoio, quindi andò nel cortile dove si sedette su una panca e aprì un libro che cominciò a leggere distrattamente. Le parole scorrevano veloci sotto i suoi occhi ma non capiva il loro significato, lesse una pagina tre volte, però non afferrò nulla, perciò decise di chiudere il libro. Il problema era che pensava soltanto a Hesediel. La sera dopo la festa lo aveva chiamato e gli aveva ricordato che sarebbe partito in un viaggio di affari in California, p

Noi due (capitolo 11, seconda parte)

Gabriel sgranò gli occhi dalla sorpresa. Moglie. Hesediel aveva una moglie. Si sentì mancare il pavimento sotto i piedi e, se il padre non gli avesse posato nuovamente una mano sulla spalla, sicuramente sarebbe caduto. Non sapeva davvero che definizione dare allo strano smarrimento che sentì nell’udire quelle parole, tuttavia cercò di controllarsi. “Non immaginavo fossi sposato” commentò prendendo la mano della donna e baciandole leggermente e lentamente il dorso. Nathalie arrossì poco sulle guance, ovviamente non si era aspettata un simile comportamento da parte di un ragazzo. “Beh, ma neanche lo conoscevi fino a poco fa!” intervenne il padre ridendo piano. Hesediel e Gabriel si scambiarono una lunga occhiata, cosa che non sfuggì a Nathalie che inarcò un sopracciglio curiosa. “No, hai ragione, ma sembra il tipo troppo pieno di sé per avere qualcuno accanto” rispose sarcastico. “Gabriel, non essere scortese, Hesediel scusalo” intervenne nuovamente Julius premendo di più le dita sulla s

Noi due (capitolo 11, prima parte)

Gabriel fissava davanti a sé il buio infinito. Poggiava con le braccia su una balaustra, la postura e la fermezza del suo volto gli conferivano una sicurezza che non possedeva; in quel momento la sua mente non riusciva a registrare nulla di quello che stava accadendo a quella festa di ricconi, la quale festa era soltanto una maschera per concludere i vari affari personali. Non riusciva a sentire le voci stridule delle donne, le risa sommesse, i baritoni degli uomini, il tintinnare di qualche bicchiere, i passi sul pavimento. La sua mente era lontana da quel luogo. Era fissa soltanto a quello che era successo fra lui e Hegyron. Sospirò. Aveva sempre saputo che se l’amico fosse venuto alla conoscenza della sua ormai bisessualità non l’avrebbe presa per niente bene, ma mai si era aspettato che avrebbe reagito nel modo in cui aveva fatto pochi giorni prima. Chiuse gli occhi infastidito e si nascose il volto in un palmo della mano. Ancora stava male. Gabriel balzò su a sedere sentendosi agg