Alexandros si tirò indietro con un rapido movimento. La spada tuttavia gli si conficcò nella spalla facendolo mordere a sangue le labbra per il dolore. Con impeto prese un pugnale e lo piantò nella gola del nemico che alzò gli occhi verso il cielo e cadde a terra. “Maledizione!” imprecò sottovoce grugnendo mentre si toglieva l’arma. La rimpiazzò con la propria che aveva perso. Ma non ebbe il tempo di respirare che un altro gli dava addosso. Ora capiva perché i Greci odiavano cosi tanto i barbari. Erano troppo violenti per i loro gusti! Imprecò nuovamente tagliando il Gallo su un polpaccio e poi sul braccio. Continuò a combattere. Era stanco, ormai non sapeva più da quanto tempo stava lottando, però sentiva che le forze lo stavano abbandonando. Sia quelle fisiche sia quelle psichiche. Liberandosi di un altro sollevò lo sguardo e per un solo secondo incontrò quello del suo comandante. Subito dopo tornò a sterminare i propri nemici. Non riusciva a fare nulla. Né mangiare né dormire. Nell’...
"Si vive per anni accanto a un essere umano, senza vederlo. Un giorno ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo non si sa perchè, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga tra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipitano." (Gabriele D'Annunzio)