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Anime lacerate (capitolo 2)


La sera, dopo aver mangiato la quotidiana schifezza, tornarono nel dormitorio.
Come sempre la tosse di Bjorn non cessava, il poverino cercò di soffocarla nel cuscino per non disturbare gli altri.
Anastasius si alzò dal suo letto e gli andò accanto. Gli posò una mano sulla fronte.
“Dio, Bjorn, sei bollente” sussurrò piano.
“Ragazzino, vattene, rischio di contagiare anche te” gli comandò fra una tosse e un’altra.
“No, devo portarti in infermeria”.
“Non mi serve, non guarirò in ogni caso”.
“Si, invece!”.
“E a che servirebbe?” gli chiese gentilmente questa volta, e si sentì anche libero di passargli le mani fra i capelli.
“Bjorn… devi combattere! Tu me l’hai detto, ti ricordi? Manca poco, lo sappiamo, presto saremo liberi” cercò di convincerlo, ma l’altro scosse la testa.
“Se anche fosse, non potremo più vivere come prima, come potrei essere come ero? Qui ho perso tutto, la mia dignità, la mia persona, la mia anima” sussurrò baciandogli la fronte, mentre le dita affusolate del giovane si stringevano alla coperta del malato.
“Sei un bugiardo! Allora perché vuoi che io viva?! Perché non mi lasci morire? Anche io, a patto che riesca a uscire vivo da qui, non sarò più me stesso, l’orrore mi perseguiterà, soffrirò ancora di più, affogherò nelle mie lacrime, dunque, perché sei cosi egoista? Perché vuoi riposare solo tu?!” gli gridò, l’uomo si mise a sedere e lo abbracciò baciandogli i capelli.
“Perché tu devi far sapere al mondo ciò che è successo qui e devi vivere anche per me” gli sussurrò.
Il ragazzo volle replicare, ma improvvisamente si udirono dei passi, delle voci eccitate e poi sei SS davanti a loro. Uno si avvicinò.
“Oh, ma guardate: i due piccioncini!” esclamò tagliente, continuò voltandosi verso i compagni “Cosa vi avevo detto stasera? Gli avevo già visti oggi al campo intanto che si preoccupavano l’uno per l’altro!” e scoppiarono tutti a ridere.
Anastasius e Bjorn furono presi e portati fuori, nella stesso stanzino dove di solito gli usavano violenza.
“Was*...?” chiese Bjorn interrotto da un colpo di tosse.
“Togligli i vestiti!” ordinò l’uomo di prima, Bjorn non obbedì e immediatamente gli arrivò un calcio nello stomaco che lo fece barcollare, un altro calcio e cadde. Anastasius lo aiutò ad alzarsi.
“Svestilo!” gli comandò di nuovo. Bjorn volle disobbedire anche questa volta, ma Anastasius gli prese le mani e le portò ai margini dello straccio che fungeva da camicia. L’uomo lo guardò con sguardo perso.
“Fallo” gli sussurrò con paura nella voce.
Bjorn chiuse gli occhi inorridito e gli tolse la camicia, poi, con mani tremanti, i pantaloni. Il ragazzo rimase nudo.
Sul corpo ancora visibili i segni delle precedenti violenze. L’uomo rabbrividì nel vederlo. Lo voleva ricoprire, portarlo al sicuro, trasformarsi in una bestia e uccidere coloro che lo avevano deturpato.
“Bacialo”.
Bjorn strinse i pugni, Anastasius lo guardò indeciso, arrossì piano e gli si avvicinò. Gli fece cenno di obbedire. Bjorn posò le proprie labbra su quelle del giovane che schiuse la bocca e lo obbligò a baciarlo, ad intrecciare lo loro lingue.
Anastasius si sorprese nel ricevere un bacio gentile, pieno di affetto.
“Ragazzino, ora toglili tu i vestiti”, Anastasius assecondò subito il soldato, l’uomo rimase nudo scoprendo un corpo dimagrito, che, tuttavia, conservava ancora una struttura possente e muscolosa.
“Succhialo” gli ordinò.
Anastasius volle prestare obbedienza, la mano di Bjorn lo fermò, però il ragazzo gli tolse la mano dalla propria spalla e gli si inginocchiò davanti. Lo carezzò piano, gli prese il membro in bocca.
L’uomo cercò di trattenersi, vedeva i soldati che si erano aperti i pantaloni e carezzavano il proprio fallo o già cominciavano a masturbarsi, tuttavia la lingua e la bocca calda di Anastasius ben presto lo fecero eccitare. Non voleva, non voleva che una cosa del genere succedesse con il suo protetto, non in quel modo!
Anastasius continuò fino a quando il solito SS non disse a Bjorn di leccargli lo sfintere, il ragazzo gli diede le spalle e l’uomo obbedì. La lingua di Bjorn era cauta, gentile, lo carezzava, lo baciava. Il ragazzo chiuse gli occhi nel frattempo che sentiva di essere sul punto di piangere, nessuno lo aveva mai trattato in quel modo.
“Penetralo da davanti”.
Anastasius si voltò verso di lui e aprì le gambe per accoglierlo dentro di sé. Bjorn, piano, lo prese.
Lui fu l’unico uomo che non gli osò violenza, anzi gli parve che lo amò disperatamente, voleva soddisfare il proprio bisogno, ma anche rassicurarlo in qualche modo.
Dopo non seppe bene cosa successe. Vide alcuni soldati picchiare violentemente Bjorn, dopodichè si avventarono su lui, gli rivolsero le parole più ingiuriose che potessero esistere, lo picchiarono, lo violentarono.

“Dottor Hais! Dov’è? La prego, me lo dica!” urlò Anastasius disperatamente.
L’uomo lo guardò con sguardo addolorato. In quel momento non era lucido per poter capire cosa passasse nella mente del dottore, né gli interessava saperlo. Voleva andare da Bjorn che era stato picchiato a morte, il dottore gli aveva appena detto che nell’arco della giornata sarebbe morto.
“La prego, la prego… morirò se non lo potrò vedere, la prego dottore” lo implorò prendendolo per un lembo del camice.
“Va bene” acconsentì infine con tono contrariato, lo afferrò per un braccio, per aiutarlo a camminare, e lo portò davanti al letto di Bjorn che si trovava nell’altra parte dell’infermeria, fra quelli che stavano per essere soppressi a breve se non morivano.
Anastasius si gettò in ginocchio davanti al suo letto, gli prese una mano fra le sue.
“Bjorn, Bjorn, mi senti?” gli chiese dolcemente. Piano, con palpebre appesantite l’uomo aprì gli occhi, voltò la testa verso di lui e restò ad osservarlo. Gli sorrise leggermente cercando di stringergli la mano.
“Anastasius…muoio” sussurrò flebile.
“Non è vero! Tu vivrai, vivremo insieme e usciremo da qui, andremo a casa, saremo felici e liberi! Non morirai Bjorn” gli disse, nel momento in cui lacrime amare già facevano capolino.
“Piccolo… no” mormorò, quindi alzò lo sguardo su Hais “Dottore… per favore, abbia…cura di lui…” gli chiese.
“Lo farò Bjorn” rispose, Anastasius pensò che fosse una risposta data ad una persona in punto di morte, senza alcun impegno, invece sembrò che Bjorn lo credette poiché il suo viso si illuminò un poco.
I suoi occhi tornarono sul ragazzo che stava inginocchiato davanti al suo letto di morte.
“Sai, Anastasius… io… ti amavo…” gli rivelò serenamente, il ragazzo rimase a bocca aperta, quello riprese a parlare “Amavo il tuo cuore cosi gentile, il tuo sguardo perso, i tuoi ragionamenti… ti amavo con tutto il cuore… volevo difenderti da questo mondo orribile, volevo che tu conservassi la tua dignità… perdonami, perdonami amore”.
“Non hai nulla di cui farti perdonare, nulla! Non dire cosi, ti prego, tu non mor…” mormorò il ragazzo stringendogli la mano.
“Quando… l’altra sera, io ho fatto l’amore con te… ma volevo che fosse diverso…” alzò faticosamente una mano e gliela passò fra i capelli “Vorrei che trovassi qualcuno che ti amasse… abbi cura di te… e vivi…vivi pure per me…”.
La sua mano cadde improvvisamente.
Una mano fredda, senza vita.
Dagli occhi una lacrima glaciale solcava il viso che finalmente aveva trovato la pace.
Anastasius lo richiamò piano, poi urlò, si accasciò sul letto e pianse. Pianse amaramente, aveva perso l’unica persona che lo proteggeva, che si curava di lui, che lo amava.
Hais si avvicinò e gli chiuse gli occhi, prese un Anastasius svenuto fra le braccia.
Lo riportò nella sua stanza.
*"Cosa?".

Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Violettaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa non puoi farmi questo! noooo sto piangendooooooo
    Ero io poi quella sadica? sigh sigh
    COmplimenti sei bravissima, hai scritto benissimO! Te l'ho detto che cn questa storia ti sei superata.
    Non volevo che Bjorn morisse, era così gentile con Anastasius.
    Ancora complimenti!

    RispondiElimina
  3. Si, pure a me è spiaciuto uccidere il povero Bjorn, ma purtroppo serviva per far maturare Anastasius, poverino anch'egli... Mah, che dire? Siamo due autrici a cui piace tanto il pathos, giacchè uccidiamo tutti!!!!!!!!Grazie per i complimenti.^^

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  4. Mmmmm ammetti che anche tu sei un pò come me?ehehehheehehehehehhe

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  5. Certo, altrimenti non andremo cosi d'accordo!!!XD

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