Rabbrividì. Sì, iniziava davvero a far freddo. Si strinse di più nella vestaglia, il cielo si stava annuvolando velocemente, promettendo un temporale. Si rannicchiò sulla sedia, si tolse le pantofole, sfiorando l’erba con i piedi e si sciolse i capelli rossi, scuotendo la testa. Si tirò su le maniche della vestaglia e del pigiama e osservò disgustato i vari buchi che aveva sul braccio. Si sentì fragile. Alle sue spalle due forti mani lo toccarono, coprendolo con qualcosa. Si voltò e vide Viktor, che gli sorrise. Dio, che sorriso che aveva! Se esistevano gli dei è così che avrebbero sorriso. Rimase per un attimo intontito, respirando gli effetti di quello stendersi di labbra. Da un po’ di tempo si sentiva così quando stava con lui: sereno e molto stupido. Oramai non riusciva a più nascondere la sua espressione di contentezza quando lo vedeva arrivare, il desiderio che gli faceva nascere dentro e il senso di sicurezza che gli trasmetteva. Il moro gli aveva messo sulle spalle un giubbotto...
"Si vive per anni accanto a un essere umano, senza vederlo. Un giorno ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo non si sa perchè, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga tra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipitano." (Gabriele D'Annunzio)