Passa ai contenuti principali

Noi due ( capitolo 18, parte prima)


Gabriel aprí gli occhi sentendo di non poter piú respirare. Gli ci vollero alcuni secondi per rendersi conto di essere nella propria stanza di motel.
Sospiró piano e adagió il capo sul cuscino.
Stette tranquillo alcuni minuti, poi si volse verso la finestra. Ormai era evidente che era il tempo del crepuscolo.
Prese il cellulare.
Erano le quattro e mezza.
Si alzó. Tanto era sicuro che non sarebbe piú riuscito a riaddormentarsi.
Si mise addosso una tuta leggera e uscí.
Un´aria fresca lo accolse. Cominció a correre sperando di non ripensare al sogno appena fatto.
Impossibile.
Hesediel.
Hesediel.
Hesediel!
Aveva sognato che lui era a capo di quella banda di criminali. Dio, stava impazzendo?
Ora anche al lavoro non gli dava pace.
E come lo aveva immaginato!
Totalmente cambiato, ma con gli stessi occhi magnetici.
Scosse la testa.
Lo spettro di Hesediel fu come dissipato dalla sua mente.
Aveva una missione da compiere, cavolo!
Doveva essere preparato!
Per l´intera mattinata continuó a fare esercizi fisici.
Verso le undici, si mise i jeans e la canottiera bianca e uscí.
Per strada si fermó per prendersi un panino. Chissá quando avrebbe mangiato.
“Ma tu guarda, ti sei svegliato tesoruccio „ commentó la voce di Arael.
“Buongiorno anche a te, dormito bene? „ rispose il ragazzo guidando.
“Si, soprattutto dopo averti sognato per tutta la notte „ .
“Aha… invece di dire stronzate dimmi che cavolo devo fare a quella riunione di criminali „ ringhió Gabriel.
“Uhm, penso che sei piuttosto irritato, hai per caso sognato Hesediel? „.
“Fatti gli affari tuoi „.
“Okay, chiedo umilmente perdono, in fondo non mi interessa „ rispose Arael con tono triste.
“ Si, va bene, dai, dimmi quello che devo sapere „ continuó Gabriel mordendosi le labbra, sapeva fin troppo bene che Arael ancora lo trovava attraente.
“Beh, in effetti non dovrei dirti nulla, ma… tu praticamente devi essere selezionato per portare in varie parti del paese quantitá di droga. Almeno i nostri capi intelligentissimi credono che é cosi che funziona lí, tuttavia nemmeno loro sanno quello che ti aspetta, quindi se vuoi un consiglio da amico… basati sul tuo istinto, fino adesso non ti ha mai tradito „.
“ Che palle Arael! Non mi va! „ gridó con voce capricciosa Gabriel.
“Su su, dai che passerá anche questa „.
“Che dici, ce la faró? „.
“ Me lo chiedi pure? „. Gabriel sapeva che ad Arael scappó un sorriso.
Un sorriso dolce che sarebbe stato in grado di illuminare anche la stanza piú buia.
Quel sorriso che raramente si vedeva sul suo volto e che era esclusivamente per lui.
In quel momento si rese conto di essere geloso.
Terribilmente geloso di Arael.
Non avrebbe mai sopportato che regalasse un sorriso del genere a qualcun´altro.
Acceleró.
Dio!
Un altro spettro da dissipare dalla sua mente.
Stava imapzzendo sul serio?
Calcó ancora di piú l´acceleratore.

Commenti

  1. E che bippp uff, era un sogno XD
    Vabbè mi metto l'anima in pace, la mia sete di curiosità è nelle tue mani cara. Kiss.

    RispondiElimina
  2. XDDDDDD
    tesoro...lo sapevi che non do tutto per scontato..sarebbe stato troppo banale:))
    bacioni piccoletta.

    RispondiElimina
  3. Chicca, volevo dirti, ti va bene se pubblico "P.S. Ricordarsi di vivere" sul mio blogghino di racconti? Ascolta, ti andrebbe di continuare la storia? Cioè si potrebbe anche dar per conclusa però potrebbe essere intrigante riprenderne la stesura anche dopo tanto tempo, chissà cosa potrebbe uscir fuori. Poi beh... dopo la loro prima notte...!!! Sarebbe divertente, fammi sapere che ne pensi. Bacioni

    RispondiElimina
  4. Ciao tesoro. Certo. Pubblicalo pure,mi fa piacere:) spero che tu abbia ancora tutti i capitoli,magari mandali anche a me perche' non so dove sono e sono troppo incasinata per cercarli di nuovoXD
    Mandali se ti va via email, sul contatto che ho sul messenger "privato" (ovvero non quello che ho sul profilo del blog bensi quello dove chiacchieriamo).
    E poi...per me va bene, ecco...magari ne parliamo perche' ora ho abbastanza temmpo per scrivere, poi da settembre non potro' nuovamente scrivere poiche' comincia il suicidio scolastico T.T
    fammi sapere.
    spero di poterlo postare anche io tra un mesetto, ancora voglio postaresu gabri e alexandros;)
    A presto piccola.
    Bacioni

    RispondiElimina
  5. Perfetto allora, quando vuoi ne parliamo. Purtroppo come sai non ho più il tuo numero quindi quando vuoi fatti viva tu, sai dove trovarmi :P
    Ti mando tutto via mail allora. Baci

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Alexandros (capitolo 7)

Cornelius e Aemilia lo seguirono durante la lezione e gli fecero tante domande, invece Julius era molto più silenzioso del solito. Parlando dell’Iliade il giovane gli rifilò una domanda alquanto alludente . “ Maestro?”lo chiamò Julius. “ Dimmi”rispose gentilmente. “ Achille e Patroclo erano davvero amici?”volle sapere. “ Certo” “ Solo amici?”insistette lui e Alexandros capì dove voleva andare a parare. “ Ah, Julius non so se tua sorella…”cominciò lui. “ Non si preoccupi per me! Tanto con questi due attorno si può ben immaginare cosa mi tocchi sentire…!”intervenne lei alzando gli occhi al cielo. “ Bene… se la mettete cosi” borbottò sottovoce, “… a quanto pare i due erano molto… ehm… affettuosi fra loro; nell’Iliade, Omero non rivela con certezza il vero rapporto fra i due, ma ci sono diversi riferimenti che fanno pensare a ciò che sostengono oggi molti intellettuali, cioè che passavano parecchie notti insieme; Cornelius non ti scandalizzare, era una cosa normale, anche ora, dopo tanti s

Noi due ( capitolo 1)

Il bambino cercò a fatica di trattenere le lacrime, si soffiò fortemente il naso sentendo un forte groppo alla gola. Una mano piccola e allo stesso tempo più grande della sua, si posò sulla sua testa e cercò goffamente di carezzarlo, allora alzò lo sguardo sull’altro bambino dai capelli corvini che lo guardava tristemente. Sapeva di avere un’aria patetica, tuttavia non poté far a meno di lasciar cadere le prime lacrime. “ Ma cosa hai da frignare?!” esclamò il bambino cercando di parere impassibile. L’altro, dai capelli biondi,lo abbracciò forte, anche il più grande lo abbracciò, poi improvvisamente si staccò da lui e cominciò a correre. Dopo alcuni passi si fermò e lo salutò con la mano, si rigirò e scomparse all’orizzonte. Gabriel spense con gesto meccanico la sveglia. Sospirò piano posandosi una mano sulla fronte. Non capiva cosa fosse stato quel sogno e come mai sentisse una forte pressione sul petto. Si sentiva quasi a disagio, era come se avesse perso qualcosa di molto importante

P. S. Ricordarsi di vivere (capitolo X)

Rientrare in quella casa gli provocò una piacevole sensazione che mai avrebbe immaginato di provare. Quasi si commosse nel sentire, appena messo piede in casa, quell’inconfondibile odore buono, difficile da classificare. Forse era il caffé che ogni mattina preparava per lui e a volte anche per Viktor oppure lo champagne che il bruno gradiva molto. Non lo sapeva, sapeva solamente che era felice di essere di nuovo lì, a casa sua. Mai nella sua precedente abitazione si era sentito così a proprio agio. Lì non poteva fare il bagno quando voleva o mangiare a tutte le ore. Lì faceva la fame e non poteva nemmeno usare i propri guadagni per comprare cibo o sapone. Chiuse gli occhi. No, non sarebbe più stato così. Entrò nella propria stanza, seguito da Viktor, che l’aveva aiutato con le poche borse. “Ecco. Rimetti tu tutto in ordine?” chiese il bruno con il suo solito tono di voce controllato. “Si, non preoccuparti” lo guardò “grazie” disse. L’uomo fece per andarsene ma Erast lo richiamò “non di