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Vendesi marito (capitolo 2/2)


Il suo sonno fu agitato, sentiva un forte dolore all’altezza del petto; già i sensi di colpa cominciavano a far presa su di lui.
Tormentato, si girò nel grande letto e un colpo di vento lo fece rabbrividire e, quindi, svegliare. Con la mano tastò il posto accanto a lui, ma era vuoto, sgranò gli occhi comprendendo che l’altro non ci fosse. Che fosse stato solo un sogno? No, non era possibile, poiché egli si trovava proprio nel letto del marito di Angelina. Volle rinchiudere gli occhi, quando una voce di uomo lo raggiunse facendolo balzare a sedere.
Raphael, appoggiato al muro, con le braccia conserte, lo osservava con sguardo severo.
“Ti sei svegliato? Bene, vestiti e vieni di sotto” gli ordinò con tono che non ammetteva repliche e, senza neanche guardarlo, uscì di fretta.
Dio cos’aveva fatto? Si mise la mano fra i capelli; era arrabbiato, era normale. Cosa si era aspettato? Che il suo sarebbe stato un dolce risveglio fra le braccia dell’uomo che amava?
Una candida lacrima gli solcò la guancia.
Lo amava.

Raphael si dimostrò talmente freddo che, se nelle vene di Narciso non fosse scorso sangue caldo, gli avrebbe ghiacciato il cuore.
Non parlò, si limitò a pochissime parole. Nel momento in cui il ragazzo era sceso gli gettò sulla tavola di vetro tre fotografie alquanto compromettenti.
“Che significa? Sapevo che Angelina ti aveva chiesto di portarmi a letto- e ti ho dato una mano per rispettare la tua promessa- ma la faccenda delle fotografie me la devi spiegare. Ora” gli comandò sedendosi sul davanzale e accendendosi una sigaretta.
Narciso si morse il labbro inferiore prendendo le fotografie e osservandole; si portò una mano davanti alla bocca arrossendo fino alla punta dei capelli.
“M- ma che accidenti…?!” gridò imbarazzato. Una foto li ritraeva mentre si baciavano, un’altra nel momento in cui Raphael gli stava dando piacere con la mano e la terza- quella più inaccettabile- in un momento in cui stavano facendo sesso.
“E’ quello che mi domando anch’io” replicò sarcastico l’uomo “E non dirmi che tu non ne sapevi nulla. Cosa volete fare con quelle foto? Ricattarmi? Forse sottrarmi soldi?” incalzò spegnendo la sigaretta e accendendone un’altra.
Narciso, invece, lo guardava a bocca aperta, senza neanche rendersi conto gli fu accanto e gli mollò un violento schiaffo. Raphael rimase immobile, però subito dopo gli prese i polsi facendolo rigirare su se stesso e se lo avvicinò.
“Non farlo mai più o te ne pentirai amaramente” sibilò controllandosi a stento.
“Come ti permetti?! Sei uno stronzo!” urlò, invece, Narciso senza neanche curarsi delle parole dell’uomo “Come puoi dire che voglio ricattarti? Che… che voglio i tuoi soldi?! Non sono venuto a letto con te per questo!” gridò tentando inutilmente di liberarsi.
“Ah no? E allora perché sei venuto? Non ci credo che sia stato solo per il mio cazzo! Cosa state tramando tu e Angelina?” continuò incurante delle lacrime del ragazzo che ormai correvano sul suo viso nonostante lui volesse trattenersi, ma era troppo arrabbiato e ferito per farlo.
“Lasciami!”.
“Non sei nelle condizioni di darmi degli ordini. Rispondimi e ti lascio. Allora? Io sto aspettando” fece impaziente.
Narciso fece vari sospiri cercando di calmarsi. Era inutile, in fondo cosa si era aspettato? Sapeva bene che con le sue stupide azioni si sarebbe attirato solo il suo odio.
“Non te lo posso dire. Chiedilo ad Angelina, è lei ad aver architettato tutto” gli rivelò finalmente e l’uomo lo lasciò.
“Va bene, me la vedrò con lei. Adesso vattene” fece dandogli le spalle e versandosi del whisky in un bicchiere.
Narciso avrebbe voluto ribattere, ma ormai non sapeva più cosa dire, come difendersi e si sarebbe ucciso piuttosto di confessargli il proprio amore. Raphael gli avrebbe riso in faccia.
Si avvicinò alla porta e nel momento in cui stata per uscire, Raphael lo richiamò piano.
“E non farti più rivedere”, la sua voce era dura, severa, tagliente.
Quelle parole penetrarono nel suo cuore come lame affilate; gli squarciarono l’anima, gli tolsero il fiato dai polmoni, gli annebbiarono la mente.
Si era sempre chiesto come avrebbe reagito ad un eventuale rifiuto da parte della persona che amava. Ora lo sapeva.

Dopo che Narciso uscì, Raphael prese il bicchiere pieno di whisky e lo scagliò contro il muro facendolo infrangere in mille pezzi. Si sedette sul divano prendendosi la testa fra le mani. Se Angelina fosse entrata in quel momento in casa, come minimo, l’avrebbe sbranata.

Due mesi. Due lunghi mesi durante i quali aveva sofferto terribilmente. Non faceva che pensare a lui, a ricordarsi dei momenti passati insieme quando credeva che fossero semplici amici, a quella notte, al suo bel sorriso, ai capelli morbidi, agli occhi mozzafiato, alla sua pelle inebriante.
La notte era un inferno e il giorno vagava per la casa come uno zombie, neanche la pittura riusciva più a riscuoterlo. Passava le sue giornate sul divano a guardare il vuoto oppure vagabondava per la città senza alcuna meta. Si era ridotto ad uno straccio.
Sospirò piano entrando nel bar- caffè doveva lo stava aspettando Angelina che si alzò per farsi vedere. La salutò con un cenno della testa sedendosi davanti a lei e ordinando un caffè.
“Tesoro, che hai fatto? Dio, sembri un fantasma!” esclamò mettendogli una mano sotto il mento per vederlo in viso. Quello che vide non le piacque: era pallido, gli occhi infossati, un’espressione triste.
“Sei dimagrito, sei solo pelle e ossa! Come hai fatto a ridurti cosi?! E’ per Raphael?” gli chiese dolcemente, lui scosse la testa leggermente.
“Piuttosto dimmi cosa c’è, perché mi hai chiamato qui?”.
“Perché sono secoli che non ti fai più vedere! Non rispondi al telefono e non mi lasci entrare in casa, ero preoccupata, sai?” lo rimproverò.
“Scusami” rispose lui senza dare una minima spiegazione del proprio comportamento.
“Ti volevo dire che ho parlato con Raphael” lo osservò, ma constatando che quello non diceva nulla, continuò “Lui pensava che volessi ricattarlo o qualcosa del genere, ma io gli ho detto che non è cosi e che volevo solo il divorzio. Lui non mi ha creduto, cosi sulle prime, ma poi ha capito che dichiaravo la verità e mi ha rivelato che potevo dirglielo semplicemente senza implicare anche te nell’intera faccenda”.
“Quindi ti ha concesso il divorzio?” le domandò senza interesse sorseggiando il caldo caffè.
“Si, mi ha assicurato che neanche lui mi ama, anche se ci tiene a me, ma solo come una sorella minore, nulla di più. Comunque lui sapeva che io ti avevo chiesto di sedurlo” lo informò morsicandosi le labbra.
“Si? E come?”.
“Mi ha sentito mentre parlavo al telefono con Karl- il mio amore- e per questo si è lasciato ammaliare da te” sorrise piano prendendogli una mano. Il ragazzo dovette combattere contro l’impulso di ritrarla. Da allora non sopportava essere toccato da nessuno.
“E’ stato lui a sedurmi” commentò semplicemente.
“Eh?”.
“Io me ne volevo andare, però lui mi ha chiesto di restare” mormorò guardando la pioggia fuori da una grande finestra.
“Davvero? Oddio, lo dicevo io che ti guardava sempre con troppo interesse! Perciò voi due adesso…?!” insinuò, però si azzittì quando fu raggiunta da uno sguardo omicida di Narciso.
“No! Lui mi odia”.
“Non è vero. Cosa dici? Ti pare che se ti odiava…”.
“Basta! Se hai finito io vado” affermò ritirando la mano e alzandosi. Anche la donna balzò su dalla sedia e lo abbracciò forte.
“Me ne vado. Vado con Karl in Provenza. Non so quando ritornerò, ti prego scrivimi Narciso e non mi dimenticare e, se puoi, non odiarmi per quello che ti ho fatto, ti prego. Sono mortificata, tu stai soffrendo per la mia stupidaggine!” cominciò a piangere piano.
Narciso sospirò e ricambiò finalmente l’abbraccio.
“Stai tranquilla, non sono arrabbiato con te, anzi… voglio solo la tua felicità, scrivimi anche tu. Addio”.

Con motto di stizza guardò l’orologio. Chi poteva rompere alle tre di notte?!
Si alzò insonnolito e andò ad aprire, tuttavia dovette sbattere le palpebre diverse volte per rendersi conti di essere sveglio.
Raphael, bagnato dalla testa ai piedi, gli stava sorridendo.
“Non mi fai entrare?” gli chiese quasi sottovoce, perciò lui si scansò facendogli spazio.
Andarono nel salone dove Narciso si fermò a fissarlo senza rendersi conto se stava ancora sognando o se fosse lui in carne e ossa; solo quando Raphael scoppiò in una risata leggera, capì di essere perfettamente sveglio e che quello fosse l’unico uomo che amava.
“Cosa ci fai qui? Non avevi detto di non volermi più vedere?” gli domandò tagliente cercando di controllare il tremito della propria voce.
“Ero arrabbiato” replicò con lo stesso tono facendolo sbuffare, perciò andò in bagno e tornò con una vestaglia e gliela tirò addosso.
“Spogliati altrimenti mi sporchi tutto il pavimento” gli intimò andando in cucina da dove tornò con due bicchieri fumanti “E’ cioccolata calda, non avevo più tè” gli riferì.
Si sedettero e bevvero in silenzio le bevande calde.
Narciso improvvisamente si sentì soffocare, non sapeva se fosse il cioccolato o la presenza di Raphael a sciogliergli il cuore; nonostante ciò doveva dimostrarsi duro.
“Ebbene? Cosa vuoi?”.
“Sei arrabbiato? Hai ragione, ti ho accusato ingiustamente” disse Raphael alzandosi.
“Si, sono a dir poco oltraggiato delle parole che mi hai rivolto, ma ormai non m’importa, dimmi cosa sei venuto a fare qui e vattene” sibilò, ma tutto ciò che ottenne fu un sorriso sornione.
“Sono venuto per vendicarmi”.
“Eh?”.
Raphael gli prese i polsi e lo fece alzare in modo che il ragazzo andò a sbattere contro il suo petto, perciò si volle scostare, ma non gli lasciò fare e lo strinse a sé.
“Mi vendicherò rendendoti la vita un inferno: non ti lascerò stare un attimo, ti starò sempre alle calcagna, farò i capricci, mi comporterò in modo infantile, ti darò un sacco di fastidi, ma non ti lascerò più andare via. Narciso, sposami” gli sussurrò con voce emozionata nell’orecchio.
Narciso ormai era impietrito.
No, di certo stava sognando. E si doveva svegliare.
Non poteva essere, eppure quando gli toccò il viso gli sembrò reale. Era reale!
Si baciarono a lungo. Un bacio emozionante, un bacio d’amore.
“Allora che rispondi? Mi sposi o no?” gli domandò l’uomo impaziente.
“Ehi, ma tu non dovresti darmi un certo anello, mentre sei in ginocchio e mi fai la proposta?!” gli fece presente.
“Dio, non pensavo che dovessi fare una cosa del genere. Sei un uomo! Allora perché non la fai tu a me?” gli chiese ironico.
“Perché sei tu quello che mi fa la proposta” rispose invece lui con voce angelica.
Raphael fece un gesto di arrendevolezza e sfilò dalla giacca bagnata un cofanetto dal quale estrasse una fedina d’oro bianca. Si inginocchiò davanti al suo amato e gli prese la mano.
“Narciso Belleirs mi vuoi sposare rendendo tutti i miei giorni, d’ora in eternità, stracolmi di amore e di felicità?” gli propose.
Narciso si coprì la bocca con la mano scoppiando a piangere per l’emozione. Cadde in ginocchio davanti a Raphael e lo abbracciò con forza.
“A questo punto dovresti dire di si” mormorò Raphael divertito.
“Si, si, si! Lo voglio!” annuì con forza prendendo la sua testa fra le mani e baciandolo con labbra tremanti.
Sapeva che di certo c’entrava lo zampino di Angelina, e gliene era grato; chissà, forse anche Raphael aveva sofferto come lui poiché anche lui sembrava stanco e dimagrito. Con tenerezza gli scostò i capelli, quello mormorò stringendolo a sé con più forza, poi, aprì lentamente gli occhi. Si sorrisero e si baciarono.
“Buongiorno amore” sussurrò Narciso.
“Buongiorno signor Russtej” mormorò l’altro baciandolo con passione.
Il ragazzo sorrise piano.
“Raphael?”.
“Si, amore?”.
“Stavo pensando che…”.
“Ah, tu pensi?!”.
“Ehi! Si, penso! E pensavo, appunto, che è come se Angelina ti avesse venduto a me”.
“Uhm… si, quella è una volpe, ma sono molto più contento di essere tuo marito”.
“E perché?”.
“Perché ti amo”.
“Ti amo anche io”.
“Io di più”.
“Certo, come no…” bofonchiò abbracciando il suo caro marito.
Da quando era diventato il marito di Raphael, tutto era cambiato. Il mondo era più luminoso, le rose profumavano, gli uccelli cantavano, il vento soffiava portando profumi da terre lontane, la felicità si poteva respirare nell’aria. Finalmente aveva compreso cosa significasse la parola legame. Legame stava a indicare amore. Amore per Raphael. Ora e per sempre.
Fine.

Commenti

  1. Che bella storia!Mi è piaciuta tantissimo e mi piace molto come scrivi, complimenti.

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  2. Davvero?! ti ringrazio tantissimo, invece io penso di fare tantissimo casino quando scrivo perchè non ho poi la pazienza per revisionare e correggere le cose(è una mia bruttissima abitudine....-.-), comunque grazie grazie e ancora grazie(scusa un attimo, mi si sta sciogliendo il cuoreXD). In ogni modo sono contento ti sia piaciuta.^___^

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